Cominciò la sua carriera prefettizia in Dalmazia all'indomani della I Guerra Mondiale, destinato poi a diverse altre città d'Italia (Messina, l'Aquila, Gorizia, Catania); per la sua buona conoscenza dell'ambiente Giuliano-Dalmata nel 1947 ebbe l'incarico di Commissario governativo per i rifugiati che giungevano dalle terre occupate dalla Jugoslavia.
Nel giugno del 1938 venne eretto, ad est della via Laurentina, il "Villaggio operaio", destinato ad accogliere gli uomini che avrebbero dovuto costruire le opere per l'Esposizione Universale di Roma (E42). Lo scoppio della guerra fermò i lavori e pochi anni dopo il villaggio ospitò parte delle truppe Alleate giunte a liberare Roma (giugno 1944). Già dal 1946 gli alloggi rimasti vuoti vennero occupati abusivamente da sfollati e soprattutto da profughi italiani che giungevano dall'Istria e dalla Dalmazia occupate dalla Jugoslavia. L'anno seguente l'afflusso di fuggiaschi venne organizzato ed ufficializzato e quelle case diventarono il
"Villaggio Giuliano-Dalmata".