Classicista, prete, insegnante al seminario di Venosa (Pz), di cui fu anche rettore, poi al liceo di Lanciano (Ch), scrisse poesie in italiano, latino e vernacolo abruzzese; tradusse in abruzzese La figlia di Iorio e le Elegie romane di D'Annunzio.
(Testo)
Ridet luna mari. Xysto spectamus ab alto autumni noctem. Cuncta quiete iacent.
Vox maris una venit. Tacitis nox audit ab umbris: tangimur arcana nos quoque voce maris.