Volontario con i Garibaldini a
Domokos, tornò ad Ancona e fu operaio nei cantieri navali, leggendo e studiando da autodidatta. Ebbe poi un posto alla Biblioteca Comunale e incominciò a scrivere per i giornali. Nel 1923 pubblicò una
Storia di Ancona. Scrisse anche poesie, molte in vernacolo anconetano.