Uomo politico, scrittore in latino e in volgare, diede a questa lingua nascente una enorme poliedricità espressiva. La sua Divina Commedia è indubitabilmente uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, ma per gli italiani è anche la fucina della loro lingua, da cui sono uscite le più potenti raffigurazioni della realtà e dell'immaginazione.
Dante, sceso nell'ottavo cerchio infernale, che chiama Malebolge, incontra un peccatore, un ruffiano; lo riconosce e, per fargli rivelare la colpa commessa, gli chiede: "Ma che ti mena a sì pungenti salse?". Il dannato, il bolognese Venedico Caccianemico, racconta di aver fatto da ruffiano ad una certa Ghisolabella e aggiunge di essere qui punito con moltissimi altri bolognesi macchiatisi dello stesso peccato. Molti commentatori hanno ritenuto che questo riferimento serva a spiegare "salse": presso Bologna, oltre il convento dell'Osservanza c'era un luogo scosceso dove venivano sommariamente seppelliti coloro che si macchiavano di infamie, e il luogo era chiamato "Salse" per la natura salmastra del suolo: Dante, ricordando i suoi soggiorni bolognesi, avrebbe chiamato questo cerchio infernale col nome che sulla terra contrassegnava un luogo malfamato, ben noto ai tanti ruffiani qui tormentati per l'eternità. Non tutti i commentatori però concordano su questa interpretazione. |