Una delle numerosissime scritte propagandistiche con cui durante il Ventennio furono tappezzati i muri dei paesi italiani: radio e scritte murali venivano massicciamente impiegate per aumentare il consenso (non c'era ancora la TV...). Questa frase è tratta da un discorso di Mussolini tenuto a Villa Glori, Roma, il 28/3/1926, settimo anniversario della fondazione dei
Fasci.