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Nome e Cognome Martiri della libertà
Dove si trova piazza Martiri della libertà - Rivoli, TO
Categoria patria e libertà
Segnalato da Ludverc
 
     
 
 
(Testo)

Comitato Resistenza Colle del LysCITTÀ DI RIVOLI
PROVINCIA DI TORINO


I MARTIRI DI PIAZZA PRINCIPE EUGENIO

In questa piazza, oggi intitolata ai "Martiri della
Libertà" e precedentemente chiamata "Principe
Eugenio", vennero uccisi nove partigiani, alcuni
fucilati, altri impiccati.

Il 30 gennaio 1944 Giovanni Camandona, di
anni 27, fu preso alla stazione di Rivoli e fucilato
immediatamente dalle Brigate Nere le quali, in
seguito ad alcune spiate, già sapevano che era
un partigiano.

Il 30 luglio 1944, mentre andavano dal tabaccaio
a comprare le sigarette per portarle in montagna
ai loro compagni, furono presi i partigiani
Giuseppe Bassano, di anni 23, e Giovanni Neirotti, di anni 18 e furono impiccati dalle S.S.
italiane di stanza a Rivoli. Essendo la corda troppo lunga, Bassano riuscì a toccare terra con i
piedi e non rimase soffocato. Don Luigi Morella, un prete amico dei partigiani, corse
immediatamente dalle S.S. a riferire che Bassano era salvo perché, secondo le leggi
internazionali, quando capitava che la corda fosse troppo lunga o si spezzasse non poteva essere
impiccato una seconda volta. Ma le S.S. non rispettarono le convenzioni, puntarono l'arma contro
il prete per intimidirlo e impiccarono Bassano una seconda volta, uccidendolo.

Il 13 agosto 1944 vennero impiccati Rodolfo Rossi, di anni 30, e Orlando Scavazza, di anni 22,
che erano stati partigiani molto attivi nel Veneto, a Contarina. Mesi prima erano stati catturati e
portati in un campo di concentramento in Germania, dove avevano accettato di far parte delle
squadre operaie al servizio dell'esercito tedesco, anche se la loro intenzione era quella di fuggire,
appena si fosse manifestata l'occasione. E così fecero. Quando furono trasferiti a Rivoli, al
Castello, fuggirono e salirono al Colle del Lys, dove si misero in contatto con le forze partigiane.
Furono catturati una seconda volta e impiccati in questa piazza.

Il 29 dicembre 1944 vennero fucilati con le mitragliatrici della Folgore Repubblicana l'antifascista
Egisippo Simioli, di anni 42, e i partigiani Giuseppe Venturello, di anni 30, Decimo Bellettati e
Giuseppe Castagno, entrambi di anni 22. Avevano le braccia legate
dietro la schiena con un filo di ferro e prima dell'esecuzione furono
anche torturati. Furono presi insieme ai fratelli Giovanni e Alvaro
Bellettati. Giovanni, che aveva solo quindici anni, fu subito rilasciato,
mentre Alvaro fu risparmiato perché nel frattempo ricevette la grazia.
Lo rimandarono a Cassino e lì, quando fu liberato dagli Alleati, rimase a
combattere contro i tedeschi morendo in battaglia. Con loro vennero
presi anche Aldo e Michele Neirotti della frazione Tetti e i fratelli
Dante e Vincenzo Macario che sarebbero stati fucilati a Druento di lì
a poco. Prima di essere fucilato, Venturello chiese a don Luigi Morella
di celebrare il suo matrimonio con Agostina Bellettati e, prima di
morire, riuscì a realizzare il sogno della sua vita.


foto Ludverc
 
 
     
 
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