Da giovane fu a Firenze e si avvicinò alle idee anarchiche; poi a Prato svolse attività sindacale e scrisse per giornali socialisti; lo Stato italiano lo ridusse al domicilio coatto alle Tremiti, Favignana, Ustica. Tornato a Prato diresse la Camera del Lavoro, ma nel 1898, in seguito ai disordini per il prezzo del pane, dovette riparare in Francia e fu incarcerato di nuovo all'indomani dell'assassinio di re Umberto I. Nel 1908 aderì al Socialismo e nelle elezioni del 1912 venne eletto consigliere al Comune e fu assessore, fino al 1921, quando una banda fascista lo aggredì selvaggiamente in casa sua. Pochi anni dopo morì per un aggravamento delle condizioni di salute compromesse dalle precedenti percosse. |