
|
|
Nel folklore locale il personaggio -fra lo storico e il leggendario- ha dato ispirazione ad una canzone popolare. |
|
|
|
|
|
|
|
|
(Testo)
1805, il brigante "Maligno"
Sabatino Lombardi faceva il garzone presso la famiglia Cimino, quando il padrone dopo avergli sedotto la moglie, cercò di farlo imprigionare accusandolo della rapina e dell'uccisione di un oliandolo avvenuta tra Roccamandolfi e Castelpizzuto. Poche sere dopo, il marchio della vergogna, ormai impresso sul suo nome e la sua fronte, fu sottolineato ironicamente e incautamente tra i fumi dell'alcol da un tale Bertoldo; Sabatino non trattenne più la rabbia e uccise il malcapitato finendo così nelle carceri di Capua. Riuscito ad evadere, il pastore ritornò tra le sue montagne deciso a vendicarsi dei torti subiti. In poco tempo gli armenti dei Cimino furono decimati e molti dei loro possedimenti dati alle fiamme. Maligno divenne una furia quando, attraverso la tortura, i suoi persecutori cerca- rono di estorcere informazioni sul suo conto alla madre. Non una parola uscì dalla bocca della donna e in meno che non si dica la benestante famiglia Cimino finì quasi sul lastrico. Il nome di Maligno e della sua banda riecheggiò per sette anni per tutto il Matese e perfino nella pianura pugliese. Il timore che il brigante aveva disseminato a piene mani fece crescere intorno alla sua figura un aura di leggenda. Durante uno dei suoi spostamenti, nei pressi di Guardiaregia, vide Lucia e non resistette al desiderio di farla sua druda. La ragazza qualche giorno dopo seguiva tra i monti il suo uomo, ma quando presaga delle sciagure future, espresse il suo disappunto per l'arruolamento di tre ceffi che avevano manifestato desiderio di unirsi alla banda, rimase inascoltata. I nuovi briganti, conquistata la fiducia del loro capo, il giorno 12 Giugno del 1812 lo attirarono in una grotta in località Colle Castrilli e lo uccisero. Il corpo del brigante senza vita, portato in paese, fu diviso ed esposto in 4 angoli della campagna, la sua testa, chiusa in una gabbia, fu posta in cima al campanile a monito ed ammaestramento per le generazioni future. Il giorno seguente in paese si festeggiava S.Antonio e Lucia nascosta tra i resti del castello decise di raggiungere il suo amore lanciandosi nel vuoto. |
Riassunto tratto dalle pubblicazioni di Vincenzo Berlingieri del 1891 e 1895Pro-loco Roccamandolfi 2013 |
foto Zatini
|
|
|
|
|
|
|
|
|