Da Barga, dove si era trasferito con la famiglia, nel 1849 -appena tredicenne- si unì come tamburino ad un drappello della Guardia Nazionale che raggiungeva Garibaldi per difendere la Repubblica Romana. Ferito da proiettili borbonici a piazza del Popolo, venne imprigionato a Castel S.Angelo e poi spedito a Civitavecchia come galeotto, condannato ai lavori forzati; dopo 3 anni riuscì a fuggire, si diede alla macchia in Maremma e quindi si imbarcò per l'America. A New York, poi nello Iowa e a Boston, trovò la sua strada come pastore protestante. Nel 1871 tornò in Italia, rivide i suoi famigliari e a Firenze esercitò il suo nuovo ministero. Tornò nel 1881 a New York; nel 1911 diede alle stampe il racconto di questa sua vita avventurosa. |