Diplomato quindicenne in pianoforte al Conservatorio di Bologna, altrettanto precocemente laureato in Giurisprudenza, dalle leggi razziali del 1938 ebbe preclusa quest'ultima strada professionale; entrò nei gruppi clandestini di Giustizia e Libertà e lavorò per l'assistenza agli ebrei profughi dai paesi dove il dominio nazista aveva già esteso il regime persecutorio. Arrestato come antifascista, fu deportato ad Auschwitz, dove trovò la morte, poco dopo la liberazione del campo ad opera dell'Armata Rossa, in seguito agli stenti patiti.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi. |