Tappezziere a Milano, quando furono emanate le leggi razziali pensò che il suo lavoro e l'età lo tenessero al riparo da rischi gravi. Ma nel 1943 anche in Italia si estese la persecuzione antiebraica, con arresti e deportazioni, e suo
figlio venne arrestato e assassinato in carcere. Con la moglie cercò rifugio presso una casa di cura a Besana Brianza, gestita da suore cattoliche, ma ci fu una delazione, vennero arrestati e deportati; nel campo di internamento di Bolzano fu colto da paralisi e morì.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.
Questa pietra è stata posata l'1/2/2021, con cerimonia e partecipazione molto limitate a causa della pandemia.