Erano padre e figlio di Lecco, operai, antifascisti. Pietro, classe 1882, partecipò attivamente al grande sciopero del marzo 1944 e per questo fu arrestato e deportato nel lager di Gusen (A), dove trovò la morte.
Lino, nato il 30/7/1923 ad Acquate (Lecco), subito dopo l'Armistizio entrò nelle bande partigiane della zona distinguendosi per coraggio e spirito di iniziativa; arrestato, venne deportato a
Fossoli, finendo nel gruppo dei 67 fucilati al poligono di Cibeno (Carpi, Mo).
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.
Il 25 aprile 2021, ancora in pandemia da covid, la brava segnalatrice ha provveduto a portare un fiore ai due martiri lecchesi (vedi
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