L'ospizio "
Settimio Saadun", fondato a Firenze nel 1870, accoglieva ebrei anziani, malati o bisognosi. Il 24/5/1944 un camion tedesco si fermò all'ingresso e caricò 24 ospiti per deportarli nei lager. Fra gli arrestati c'era anche Regina Schaller, una mamma francese che aveva inutilmente cercato qui rifugio con i suoi figli, Renée di due anni e Sergio di un anno. Deportati, quasi tutti furono uccisi all'arrivo ad Auschwitz; solo una, Magenta Nissim, morì nello scalo intermedio di Fossoli.
Queste sono 24 delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.