Laureato in Agraria a Bologna, si dedicò all'attività sindacale divenendo segretario dell'ACLI bolognese per il settore agricolo. Nello scontro politico fra CGIL e CISL venne fatto oggetto a violente critiche dalla sinistra sindacale, finché una sera fu ucciso a bastonate. Poche settimane dopo si scoprirono gli esecutori dell'aggressione e il mandante, il segretario della sezione PCI di S. Giovanni in Persiceto. È in corso un processo di beatificazione.
La vicenda illumina la storia dello scontro politico in val Padana negli anni del dopoguerra, che non fu sempre a buon fine come appare nei romanzi di
Guareschi (e nei film su Peppone e don Camillo). Ma la cosa interessante qui è il testo della targa metallica informativa (vedi
thumbnail; di che anno?), che in realtà non racconta nulla di quella storia, quasi a nascondere episodi di ferocia che non si vuole rievocare. Forse è l'atteggiamento tipico italiano della difesa del gruppo: si è subito pronti ad alzare barricate se viene accusato uno della propria categoria lavorativa, del proprio paesello, regione, partito, clan familiare ecc. E magari si difende così un corrotto, un farabutto o addirittura un assassino, per timore che la sua colpa finisca per macchiare tutti gli altri del gruppo. E così si ottiene proprio l'effetto opposto.