Dal 1927 alla morte fu segretario e guida indiscussa del Partito Comunista italiano; negli anni 1934-38 rappresentò il partito in seno al Comintern. Nei primi anni del dopoguerra ebbe un ruolo importante nel Governo italiano come ministro di Grazia e Giustizia e nell'Assemblea Costituente. Nel tempo si allontanò dall'ortodossia stalinista, appoggiò la svolta di Chruščëv nel 1956 e promosse l'inizio di una via italiana al Socialismo. |