|
|
Insegnante, pubblicista, poeta, fu studioso dell'esperanto ed animatore culturale. Morì investito da un'automobile.
Non so se sia anche comoda, ma indubbiamente come panchina è originale! Fa parte di una serie di 7, dedicate ad altri scrittori e agli articoli 1 e 3 della nostra Costituzione. La destinazione finale dovrebbe essere il cortile del Castello, una volta terminati lavori di ristrutturazione. |
|
|
|
|
|
|
|
|
(Testo)
(pagina-spalliera)
TERRA DI SILENZI
Lo dicono un angolo remoto, un luogo intatto, anonimo od ignoto. Dicono non ha peso dove si conta, il suo nome è negletto, scordato o vilipeso. Parlano anche di un Nord del Mezzogiorno, di un'isola felice. Ricordano Pilato e il gran rifiuto e Papa Celestino. Le forche caudine dei Sanniti, le antiche glorie dei Pentri, il preistorico Uomo d'Isernia. Le emigrazioni prima e quindi i rientri. Gli ulivi di Venafro, gli antichi tratturi dell'armento spinto lungo l'Adriatico selvaggio e le Terre del Sacramento. Paesi aggrappati alle montagne, tra la quercia e il faggio, raccolti e fascinosi come antichi presepi. |
(pagina-sedile)
Le campane, i confetti, i castelli merlati, i pizzi, i merletti, piccole cose di villaggio che resistono ancora. Il mare e le cime innevate slanciate verso il cielo, il sole, il gelo lo scirocco e la bora. Forse non ci sono vilipendi, nè isole felici. Forse questa non è terra di fiori e nemmeno di frutti, ma solo di radici. Che non possono essere recise. Il Molise è terra di silenzi. Lunghi silenzi e atavica pazienza. Non luci e clamore nè lustrini e opulenza. Il Molise è un lembo di cuore.
Amerigo Iannacone |
foto Zatini
|
|
|
|
|
|
|
|
|