Prete, canonico della cattedrale di Gubbio, per la fama della sua santità venne acclamato vescovo dai perugini ma, non considerandosi degno di onore così alto, chiese al pontefice di essere esonerato; il papa tuttavia lo spinse ad accettare la diocesi di Gubbio (1129). Nel 1155 andò incontro all'imperatore Federico I (il Barbarossa) per scongiurarlo di risparmiare la sua città dal saccheggio della soldataglia. La popolazione lo ammirò anche per la sua rinuncia a tutte le forme di fasto che molti prelati adottavano. Nel 1192 fu dichiarato santo.
Ho scelto di non includere questa scheda fra quelle dantesche dove si riportano versi della Commedia (qui Paradiso XI 43-45): il poeta infatti facendo riferimento al colle dove si recò S.Ubaldo in eremitaggio non si limita a dare un'indicazione geografica per localizzare Assisi, dove nacque S.Francesco, soggetto centrale del canto; l'accenno ad Ubaldo è uno dei numerosi tasselli che costruiscono questo canto come una celebrazione della vita ascetica; e proprio per questa funzione la sua figura, anche se solo nominata, acquista corpo e merita questa scheda, quasi suggerita dallo stesso Dante.
E difatti la
dedicataria della targa è una confraternita religiosa devota a S.Ubaldo e non un'associazione culturale accademica.