Era dipendente delle Ferrovie Salentine e capo della sezione locale degli ex-combattenti; dopo la guerra si era battuto per la concessione di terre ai reduci ed era ostile al nascente squadrismo; quindi si era inimicato gli agrari locali e i fascisti, che qui non riuscivano a fare proselitismo nell'associazione combattentistica. Il 23/9/1923 il fascista Emanuele Adago sparò a Caputo uccidendolo; fu condannato a 10 anni di carcere, ma con le successive amnistie ne scontò solo 3. |