L'episodio si inserisce in quello che gli storici chiamano "
biennio rosso": anni del dopoguerra, caratterizzati da volontà di riscatto dei ceti meno abbienti, già falcidiati nella trincee e ora dalla crisi economica. Nelle elezioni del 1919 Terni, con le acciaierie polo industriale dell'Italia centrale, aveva visto un Partito Socialista che raggiungeva il 71% dei suffragi e la gente chiedeva cambiamenti radicali; nelle amministrative del 1920 trentadue seggi su quaranta toccarono ai socialisti. Le manifestazioni e gli scioperi si susseguivano. In questi giorni ci fu in tutta Italia un'adesione alla protesta di un gruppo di
Bersaglieri che ad Ancona disarmò i superiori e si rifiutò di partire per Valona, in Albania, dove il Governo Italiano aveva già mandato un corpo di occupazione. A Terni i Carabinieri, al termine di un comizio protrattosi fino a sera, spararono sulla folla ad altezza d'uomo. Ci furono 5 morti ed almeno 20 feriti.