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Insegnante, prima nelle scuole superiori poi all'università, fu poeta e saggista. I pannelli sono adiacenti ad un muro decorato dal pittore Venturino Venturi, che recinta il fianco sudest del cimitero; la terribile descrizione si riferisce ad un episodio di rappresaglia dell'esercito tedesco perpetrata sulla popolazione civile di Castelnuovo dei Sabbioni il 4/7/1944; qui furono uccise 75 persone, uomini e donne, vecchi e bambini; altri reparti della Wehrmacht quello stesso giorno ne uccisero quasi un centinaio nelle frazioni Massa dei Sabbioni, Meleto e S.Martino. |
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(Testo)
(il testo è scritto su diversi pannelli verticali, da sinistra a destra)Giovani
Tu che sei vecchio racconta la storia della strage. Ci hanno detto che è una storia terribile. Ma tu la sai. Raccontala. Solo tu puoi raccontarla. Tu sei vecchio. Tu la sai. Ci hanno detto che è terribile. Ma tu sei testimone, tu raccontala perché ognuno di noi se ne ricordi. Su! Sforza la memoria! |
Vecchio
No, è terribile. Mezzo secolo è passato, e quando accadde avevo già mezzo secolo, io, vecchio, non ho più chi mi leghi, oggi, a quel tempo.
Giovani
Ma devi raccontarla. Noi vogliamo. |
Vecchio
Non posso. C'è chi disse che non erano uomini. Eppure un amico narrò d'aver visto un di quei mostri accarezzare il capo d'un bambino. Ma non credo che sia stato possibile. Era un mostro. |
Vecchio
E dopo il loro passaggio, Meleto, Castelnuovo, non eran che un braciere. E la brace erano i corpi insanguinati di padri, madri, figli, folgorati dalla mitraglia accatastati in cumulo e le fiamme alimentate dai frammenti delle loro povere masserizie... No, è troppo duro, non posso raccontare a voi bimbi una storia che pure altri bimbi hanno vissuto. Perché tanti morti? A che cosa hanno servito? Che ho fatto io per ricordare o vendicare? Sono vissuto invano. |
Uomo
Non dirlo, vecchio. Un sacrificio umano non é inutile mai. Pure se a compierlo su inermi inconsapevoli e nolenti fu l'odio di coloro che non sanno quello che fanno, un odio senza volto umano. Fu il ricorso a quella guerra per cui l'odio diventa legge. Mai, che mai più questo avvenga. Tu sei vecchio ma da allora che un'altra guerra fosse da accettare tu certo non pensasti. Vattene dunque in pace e lascia i giovani completare la storia dell'eccidio: dire come sia stato bene dopo riaccendere la vita, ricostruire la casa. Che qualcuno ora ripeta questa storia. Ma qui non c'è nessuno. |
Un viandante
E' Venturino, un uomo senza età che qui, in piazza Pertini di Cavriglia, ha costruito un muro, messo ad argine della marea dei morti del vicino cimitero, dove serbare il calice del sangue non versato inutilmente. Ed il muro racconta oggi la storia.
Il muro
"Giù dalla collina improvvisi apparvero uomini bianchi che potevano essere angeli ma dietro sé non lasciavano che morti esalati al cielo nelle fiamme di un incendio. |
"Tutto dopo il loro passaggio era crollato e quando le rovine ebbero finito di accatastarsi dopo la polvere degli ultimi assestamenti rimanevano tre larve, tre figure: erano un uomo una donna e un bambino o le loro ombre. "Vennero allora altri uomini che parevano ma non erano mostri, una catena di trasmissione da loro mossa diradò le rovine, fece sorgere muri, case, case abitabili dall'uomo. "Salì un mare, un mare denso che impediva ogni rumore, sia di martelli che di spari. Dentro il mare avanzava una figura non turbata dalle onde: era Maria. "Maria - la Pace con in braccio il Bambino che indicava la via di andare al cielo: un fiume bianco saliva saliva era il cielo finalmente raggiunto." |
Poeta
Muro di Venturino, t'inserisci lieve nel paesaggio di Cavriglia narri una storia di guerra e di morte ma anche di pace e di resurrezione. Narri una storia viva che è leggenda da narrare ai suoi figli, una leggenda che l'aurora la pioggia il sole il vento non potranno scalfire, solo accrescere della carezza tenera dell'erba. Sorge limpido il muro nella piazza è una strada un torrente una via lattea, non è un simbolo è fatto di realtà. Chi sopravvisse alle rovine non è più un'ombra che fra le ombre si confonde. Ora è chiara la tua parola: vieti d'inoltrare nel buio, ergi a difesa i tuoi colori del sogno dell'anima di appartenere a un'esistenza libera. Non ti richiudi come una fortezza, come una tomba. Anzi chi ti descrive sente farsi la vita più leggera. |
Giovani
Come ci piace, Venturino, la storia da te raccontata. Essa non tradisce, ma completa quello che avvenne con quel che avverrà. L'orrore non spezzò il filo del tempo, questo tempo che fa nascere e morire. Il tuo muro lascia una strada aperta verso il futuro e la resurrezione. Che la storia, per quanto terribile, raccontata da te viva in eterno. E il ricordare non sia fonte di vendetta ma memoria del sacrificio, di un sacrificio da cui in parte anche noi siamo redenti. |
"Alessandro Parronchi, 1992" |
Comune di Cavriglia 4 Luglio 2015 |
foto Zatini
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