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Dal 1942 era comandante della Stazione dei Carabinieri di Aprica (So), quando giunsero in Valtellina alcune centinaia di ebrei jugoslavi fuggiti dall'occupazione nazista e qui confinati; dopo l'Armistizio anche questo esilio in Italia si rivelò per loro molto rischioso e perciò Pilat, con la collaborazione dei suoi carabinieri e di due preti del luogo, organizzò l'espatrio in Svizzera dei fuggiaschi. Grazie a questo loro intervento 218 ebrei poterono evitare i lager e salvarsi. Inevitabilmente venne anche per Pilat l'arresto; fu deportato a Ludwigsburg (Stuttgart, D), ma un giorno riuscì ad impadronirsi di una tuta da autista tedesco e a fuggire dal lager; proseguì poi a piedi, continuamente nascondendosi, fino a Rovereto. Alla fine della guerra riprese il comando della Stazione di Aprica, promosso al grado di maresciallo. Nel 2011 fu insignito di medaglia d'argento al Valor Civile alla memoria per l'opera di salvataggio prestata. |
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(Testo)
Parco Giochi "Bruno Pilat" Follina, 1913 - Savona, 2006 maresciallo maggiore dei carabinieri, già medaglia di bronzo al valor militare, medaglia d'argento al valor civile con la seguente motivazione:"Comandante di Stazione Carabinieri, con generoso slancio ed eccezionale senso di abnegazione, si adoperò durante l'occupazione nazista per alleviare le sofferenze di molti cittadini ebrei jugoslavi confinati nel territorio, proteggendoli dalle violenze fisiche e favorendone l'espatrio clandestino in Svizzera. Catturato e deportato in Germania, subì stenti e privazioni fino al rientro in patria al termine della guerra. Chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere 1942/1944 - Aprica (SO)" - Decreto del Presidente della Repubblica 28 Maggio 2010 - |
PER L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI FOLLINA IL SINDACO MARIO COLLET 22 Settembre 2018 |
foto Pilat
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