|
|
Dal 1942 era comandante della Stazione dei Carabinieri di Aprica (So), quando giunsero in Valtellina alcune centinaia di ebrei jugoslavi fuggiti dall'occupazione nazista e qui confinati; dopo l'Armistizio anche questo esilio in Italia si rivelò per loro molto rischioso e perciò Pilat, con la collaborazione dei suoi carabinieri e di due preti del luogo, organizzò l'espatrio in Svizzera dei fuggiaschi. Grazie a questo loro intervento 218 ebrei poterono evitare i lager e salvarsi. Inevitabilmente venne anche per Pilat l'arresto; fu deportato a Ludwigsburg (Stuttgart, D), ma un giorno riuscì ad impadronirsi di una tuta da autista tedesco e a fuggire dal lager; proseguì poi a piedi, continuamente nascondendosi, fino a Rovereto. Alla fine della guerra riprese il comando della Stazione di Aprica, promosso al grado di maresciallo. Nel 2011 fu insignito di medaglia d'argento al Valor Civile alla memoria per l'opera di salvataggio prestata. |
|
|
|
|
|
|
|
|
(Testo)
L'Amministrazione Comunale intende onorare gli Aprichesi ed i militari che nell'ultimo conflitto mondiale si prodigarono per la salvezza dei confinati ebrei all'Aprica, mettendo a repentaglio la propria vita.
Il Brigadiere Bruno PILAT, Comandante della locale stazione dei Carabinieri, con i suoi uomini:
Il Vicebrigadiere Massimo APOLLONIO, il Carabiniere Gaston GIUSTETTO, il Carabiniere Angelo BALSAMO, il Carabiniere Giuseppe PINA
aiutarono i deportati ebrei, dopo l'8 settembre 1943 avvalendosi della collaborazione di Don Giuseppe CAROZZI, sostenuto dal Capitano Leonardo MARINELLI della G.d.f. di Tirano, dal Finanziere Claudio SACCHELLI e da Don Cirillo VITALINI e ne salvarono circa 300.
Aprica, 21 novembre 2012
foto Pilat
|
|
|
|
|
|
|
|
|