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(Testo)
Siamo convinti che la conoscenza del passato e della storia contemporanea possano contribuire a vivere un diverso presente, seme di pace per le generazioni che verranno. Le parti della poesia che segue ricordano il genocidio degli Armeni (1915-1923), truce destino cui vide soccombere anche l’autore del testo sotto riportato.
Il carro dei cadaveri
Verso sera per le strade deserte passa un carro cigolando. (…) È la bara dei massacrati, che va al cimitero degli Armeni. (...) Il loro corpo è già fratello della terra: (...) Su di loro nessuno viene a piangere o a dare l’estremo saluto: (…) Ma nel buio di finestra in finestra ecco, candele che si accendono (…)
Daniel Varujan poeta armeno. (1884-1915)
L’Amministrazione Comunale |
foto Benfenati
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