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Autore di romanzi, novelle e commedie; nel teatro riuscì ad esprimere al meglio le sue concezioni sull'assurdità dell'esistenza, sul relativismo conoscitivo, sul contrasto tra vita e forma. Nel 1934 ottenne il premio Nobel per la letteratura. |
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(Testo)
In Via Solferino Luigi Pirandello soggiornò con la moglie Antonietta e i tre figli Stefano, Lietta e Fausto. I contemporanei ricordavano nei loro discorsi la misteriosa signora con cagnolino che abitava nella stessa pensione di Pirandello e della quale l'autore ci lascia una vivace descrizione insieme, naturalmente, a quella del cagnolino.
Il racconto incuriosisce molto non solo perché ci mostra uno spaccato molto reale a tratti divertente, in altri un po' crudo, della vita di quei tempi in un piccolo paese delle terre di Siena, come la Chianciano primi '900, ma anche per l'insospettabile padronanza dell'autore con il nostro non-dialetto, al punto di utilizzare felicemente alcuni vocaboli propri del vernacolo senese. In entrambi i racconti, sono anche tracciati dei quadretti dei vari villeggianti, con il tempo scandito da bevute d'acqua, passeggiate a piedi o in carrozza, tra pochi semplicissimi divertimenti, che oggi fanno forse sorridere.
La canina si chiamava Mimì e alloggiava con la padrona alla Pensione Ronchi. La padrona era una signorina americana, ormai un po' attempatella, da parecchi anni dimorante in Italia, in cerca d'un marito, dicevano le malelingue. Ora, quell'estate, a Chianciano, Mimì era liberissima. (L.Pirandello, Pallino e Mimì, in Novelle per un anno) |
(a destra la traduzione in inglese).
foto Zatini
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