I coniugi
Abramo Levi e
Rosa Adut erano di Smirne (TR) e con i figli
Selma e
Mario Moisè si trasferirono in Italia nel 1928, dove nacque il terzo figlio,
Elio Nissim. Nel 1938 si trasferirono a Guasticce (Collesalvetti, Li) sperando di rimanere appartati e dimenticati dalla persecuzione razziale, ma furono arrestati e deportati nei lager, dove il padre morì. Gli altri membri della famiglia riuscirono a sopravvivere.
Queste sono cinque delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa
"pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi
nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia
ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali,
antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì
quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi. La pietra di Nissim Levi fu posata il 13/1/2017, le altre l'8/1/2020.