Per nove stagioni si distinse come calciatore attaccante nella squadra dell'Empoli. Quando nella notte fra il 7 e l'8/3/1944 i fascisti locali fecero rastrellamenti per rappresaglia allo sciopero generale di alcuni giorni prima e suo padre venne arrestato, chiese ed ottenne di prenderne il posto. Spedito nei lager tedeschi, morì di stenti e malattie dopo pochi mesi di detenzione.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi.