Giuseppe, nato a Sesto S.Giovanni il 27/5/1885, era stato operaio alla Ercole Marelli ed era andato in pensione; il figlio
Ettore, nato a Cinisello (Mi) il 23/2/1912, era infermiere alla Breda; un suo litigio con alcuni fascisti del quartiere fece scattare una denuncia, l'arresto e la deportazione a Mauthausen per entrambi. Per l'età avanzata il padre fu dichiarato indatto al lavoro, portato al castello di Hartheim ed eliminato col monossido di carbonio. Il figlio venne sfibrato dal lavoro massacrante e dagli stenti nel sottocampo di Gusen, fino a morire, ad appena 3 giorni dalla liberazione del lager.
Queste sono due delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di stenti o furono uccisi.
Queste pietre sono state posate il 16/1/2023.