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Uomo politico, scrittore in latino e in volgare, diede a questa lingua nascente una enorme poliedricità espressiva. La sua Divina Commedia è indubitabilmente uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, ma per gli italiani è anche la fucina della loro lingua, da cui sono uscite le più potenti raffigurazioni della realtà e dell'immaginazione.
In questo passo (Inf. XXVIII 76-90) Dante fa predire da un dannato la morte violenta di due ottimi cittadini di Fano per mano di Malatestino da Rimini, che li attirò in un tranello. |
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(Testo)
E FA’ SAPER A’ DUO MIGLIOR DI FANO A MESSER GUIDO E ANCHE AD ANGIOLELLO CHE, SE L'ANTIVEDER QUI NON È VANO, GITTATI SARAN FUOR DI LOR VASELLO, E MAZZERATI PRESSO ALLA CATTOLICA, PER TRADIMENTO D’UN TIRANNO FELLO. TRA L’ISOLA DI CIPRI E DI MAIOLICA NON VIDE MAI, SÌ GRAN FALLO NETTUNO, NON DA PIRATI, NON DA GENTE ARGOLICA. QUEL TRADITOR CHE VEDE PUR CON L' UNO E TIEN LA TERRA, CHE TAL È QUI MECO VORREBBE DI VEDERE ESSER DIGIUNO, FARÀ VENIRLI A PARLAMENTO SECO, POI FARÀ SÌ CHE AL VENTO DI FOCARA NON FARÀ LOR MESTIER VOTO NÉ PRECO. | DANTE INF. XXVIII
foto Lucci
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