Nel 1954 alla periferia ovest di Firenze, dove prima c'erano orti e discariche, fu inaugurato il nuovo
quartiere popolare dell'Isolotto. L'anno dopo nacque la parrocchia, trasferita nel 1957 in una chiesa di nuova costruzione. Fu affidata al giovane prete
Enzo Mazzi. Questa parrocchia fu innovatrice e anticipò molte istanze dei fedeli che avrebbero trovato risposta poi nel
Concilio Vaticano II: coinvolgimento dei laici, parità nel rapporto col clero, traduzione del latino della messa, altare rivolto verso i fedeli; insomma, una chiesa già aperta ai forti movimenti sociali che avrebbero caratterizzato gli anni '60 e '70. Tutto ciò non piacque alle gerarchie conservatrici della Chiesa e nel 1968 il cardinale Florit rimosse Mazzi dall'incarico di parroco, suscitando reazioni in diverse parrocchie d'Italia; don
Sergio Gomiti, che aveva collaborato con Mazzi all'Isolotto e poi era diventato parroco nel quartiere popolare della Casella, si dimise per solidarietà. All'Isolotto nacque un'autonoma comunità eucaristica di base, con messe celebrate in piazza da preti provenienti da ogni parte del mondo. Ci furono anche denunce e processi, che però videro uscire assolti laici e preti ribelli accusati. Solo dagli anni '80, col cardinale Piovanelli, i rapporti della comunità con la curia si sono fatti più colloquiali. Nel 2011 è morto Mazzi, nel 2020 Gomiti.
Il volto bronzeo è opera dell'artista
Fuad Aziz.