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Da bambino emigrò con la famiglia in Argentina, dove cominciò a giocare a calcio in squadre locali; nel 1929 era di nuovo in Italia e giocava nella Juventus, fino al 1935; tornò poi in Argentina, continuando la carriera come allenatore. Per un gol segnato all'ultimo minuto in una partita della nazionale italiana i giornalisti cominciarono a parlare di "zona Cesarini" per indicare qualcosa di realizzato poco prima dello scadere del tempo. |
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(Testo)
(sul monumento) RENATO CESARINI CALCIATORE
(targa 1) LA "ZONA CESARINI"
NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DEL NOVANTESIMO MINUTO 13 dicembre 1931 - 13 dicembre 2021
Il 13 dicembre 1931 a Torino durante la partita Italia - Ungheria (terminata con la vittoria azzurra per 3 a 2), Renato Cesarini segnò il goal della vittoria al 90° minuto. La domenica successiva in campionato (Inter - Roma 2 a 1), l'interista Umberto Visentin segnò a sua volta un goal all'ultimo minuto. In questa occasione il giornalista Eugenio Danese coniò l'espressione "caso Cesarini"; di- ventata in seguito "zona Cesarini", è entrata poi nel dizio- nario della lingua italiana per indicare i minuti conclusivi e di recupero in un evento sportivo, in particolare nel calcio. Per metonimia, in Italia l'espressione è usata anche nel lin- guaggio comune per indicare fatti avvenuti, o situazioni cui si è posto rimedio, in extremis. |
CASTELLARO DI SENIGALLIA 12 DICEMBRE 2021 |
(targa 2) RENATO CESARINI CALCIATORESENIGALLIA 11 APRILE 1906 | BUENOS AIRES 24 MARZO 1969 |
Renato Cesarini nacque in località San Silvestro di Senigallia e crebbe a Buenos Aires, dopo l'emigrazione della famiglia avvenuta nel 1908. Iniziò la carriera in Argentina nel Chacarita Juniors e nel 1929 approdò alla Juventus dove rimase fino al 1935; in cinque anni vinse cinque campionati, collezionando 158 presenze con 55 reti. Dopo aver gioca- to in precedenza 2 partite (con 1 rete) nella Nazionale argentina, come oriundo giocò 11 partite (con 3 reti) nella Nazionale italiana. Proprio con l'Italia, segnando un goal al novantesimo il 13 dicembre 1931 contro l'Unghe- ria (e ne segnò altri tre nei campionati 1931, 1932 e 1933), i cronisti iniziarono a parlare di "zona Cesarini" indicando le reti segnate negli ultimi minuti; per questo è rimasto per sempre nell'immaginario collettivo e nella storia del calcio. Tornato in Argentina giocò nel grande River Plate vincendo due campionati (1936 e 1937). Terminata la carriera di giocatore, iniziò quella di allenatore. Allenò tra l'altro il River Plate (la celebre Maquina, vincendo il campionato del 1945 e scoprendo in seguito nelle giovanili Omar Sivori), il Boca Juniors ed il Banfield. Tornato in Italia, allenò il Pordenone, la Juventus come Direttore Tecnico (vincendo la Coppa Italia 1958/59 e la Coppa Italia ed il Campionato 1959/60) ed il Napoli. Nel 1967/68 fu selezionatore anche della Nazionale argentina. Fu soprannominato "la Bibbia del calcio", "il C'è", "el Tano"; morì a soli 63 anni a Buenos Aires in seguito ad un intervento chirurgico. | CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE Quando dai il tuo nome ad un pezzetto di tempo (il quale è solo di Dio, dice la Bibbia), qualcosa di buono nella vita hai fatto!CASA DELLA FAMIGLIA CESARINI | CASTELLARO DI SENIGALLIA 1 DICEMBRE 2019 |
foto Lucci
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