Adottato da
Adriano, divenne imperatore alla sua morte.
Qui è ricordato perché fece ampliare e migliorare questa
via Emilia; si tratta della strada fatta costruire da Marco Emilio Scauro, che fu console nel 109 a.C., per continuare la via
Aurelia. Quest'ultima era stata tracciata già nella seconda metà del III sec. a.C., per collegare Roma con l'Etruria da poco assoggettata; prima raggiungeva Caere (Cerveteri), poi fu prolungata fino a Cosa (Orbetello), poi a Vada Volaterrana e infine a Pisa. La nuova strada Emilia doveva consentire il superamento delle zone paludose fra Pisa e Luni e proseguire verso le Gallie. Col passare del tempo tutto il tragitto fino a Ventimiglia prese il nome di Aurelia, per evitare la confusione con l'altra Emilia, direttrice importante che attraversava la pianura Padana da Rimini a Piacenza.
Il
cippo nell'800 era allocato nel Camposanto di Pisa; sembra fosse proveniente da Rimazzano (Collesalvetti, Li). L'ANAS ha voluto trasferirlo qui lungo la via Aurelia, a poca distanza da dove la strada consolare veniva fatta proseguire dal console Emilio Scauro. Secondo l'epigrafe la distanza da Roma era di 188 miglia (migliaia di passi doppi), equivalenti a 278 chilometri, cifra che più o meno corrisponde al percorso odierno sulla E80 (via Aurelia).
Nella trascrizione dell'epigrafe sul cippo ho completato le parole abbreviate usando il minuscolo in parentesi.