Il passaggio della Sardegna dalla dominazione spagnola a quella dei Savoia nel 1720 non rappresentò un miglioramento delle condizioni di dipendenza allo stato subordinatore. Quando truppe francesi tentarono di invadere l'isola il Piemonte si avvalse di truppe sarde per la difesa; il valido aiuto però, una volta scongiurato il pericolo, non venne adeguatamente ricompensato con una concessione di diritti per la popolazione locale. Scoppiò quindi una rivolta che i Savoia cercarono di frenare inviando come plenipotenziario
Giovanni Maria Angioy, che al popolo sembrò un liberatore perché attuò riforme volte ad abolire il feudalesimo ancora operante. La sua politica innovatrice venne presto ostacolata dai conservatori e dovette fuggire in Francia. Le tensioni nell'isola però continuarono in sussulti insurrezionali fino al 1802.