Tito Livio (
Ab Urbe condita I 24 s.) racconta che un tempo Roma ed Albalonga, per porre termine alle loro continue ostilità, decisero di affidare l'esito della guerra ad uno scontro fra campioni dell'uno e dell'altro popolo. Tre fratelli Curiazi di Albalonga affrontarono tre Orazi di Roma. Di tutti e sei un solo Orazio sopravvisse ed assegnò a Roma il dominio del territorio. L'episodio leggendario, magistralmente raccontato dallo storico latino e ripreso da una tragedia di Corneille, fu ulteriormente celebrato da un
dipinto di Jacques-Louis David (1784). Quest'opera ha influenzato nel tempo molta iconografia echeggiante l'antica roma, e probabilmente anche questo bassorilievo: vero è che qui i tre personaggi sono nudi e non rivestiti da corazza (come li ha raffigurati David) e sono disposti in immagine speculare rispetto a quella del quadro, ma il loro allineamento triplice, la possente muscolatura, la posizione delle gambe divaricate e del braccio destro alzato e teso denunciano la derivazione. Il bassorilievo, realizzato durante il Fascismo, enfatizzava quello che -erroneamente attribuito all'uso romano- era diventato il saluto fascista, a braccio destro teso in avanti.