Figlio di italiani emigrati a Parigi, allo scoppio della I Guerra Mondiale fu mandato presso i nonni nel paese d'origine, Reggiolo, dove imparò il mestiere del fabbro; nel 1928 ritornò in Francia e frequentò corsi di Belle Arti. Si dedicò alla scultura, prima influenzato dal cubismo e poi dall'astrattismo, di cui divenne uno dei principali rappresentanti sul suolo francese.
La targa è accolta in archivio perché vi prevale la funzione commemorativa su quella toponomastica: lo spazio ospita solo un parcheggio di automobili. |