Ebbe interrotta la carriera nell'amministrazione borbonica per le idee liberaleggianti che emersero nel suo saggio Storia del Vespro. Andò esule in Francia dove scrisse e pubblicò l'altra grande opera, Storia dei Musulmani di Sicilia. Rientrato in Sicilia alla sollevazione del 1848-49, fu deputato al Parlamento e ministro delle Finanze; al ritorno dei Borboni dovette ancora esulare. Partecipò di nuovo alla vita politica dopo l'unità d'Italia. Nominato senatore nel 1861, fu ministro dell'Istruzione dal 1862 al 1864. |