M.Prandina mi scrive (riprendendo notizie dal libro La città nascosta, edito dal comune di Novara): «All'esterno della basilica di San Gaudenzio si può vedere un sarcofago romano con scolpita un'iscrizione ormai quasi illeggibile. Il sarcofago, collocato alla sinistra della porta che immette nella struttura campanaria, è lungo circa due metri e mezzo. La scritta, oggi solo a tratti visibile, fu ricopiata nel 1750 dai canonici Rovida e Bartoli. Secondo la traduzione dell'archeologo Oreste Scarzello l'epigrafe recita: ...Tiliano cavaliere romano con cavallo pubblico, quattuorviro con potestà edilizia, similmente quattuorviro iure dicundo, flamine del divo Traiano, questore dell'erario, il quale mai nulla dovette allo Stato. Bebia Ateronia ancora vivente fece al coniuge carissimo. La curiosità principale in questa dedica della moglie, sta in quel "nulla dovette allo Stato", fatto forse raro anche in quei tempi, per un amministratore pubblico». |