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Mauro Mazzotti mi invia queste notizie sul personaggio: " Nobile ravennate in dissestate condizioni economiche, fu accusato di aver svaligiato il postale per Venezia, uccidendo due passeggeri che avevano tentato di reagire: sul luogo dell'agguato, in pineta, si era trovato un bottone d'argento con lo stemma della sua casata, e nella perquisizione di casa Amaducci si era scoperto che al suo mantello mancava un bottone. Arrestato e torturato, si confessò colpevole, e venne impiccato, forse nel 1626. Ma qualche anno dopo un suo servitore, in punto di morte, si confessò autore della rapina e del delitto; la famiglia chiese la riabilitazione di Alessandro, che il senato ravennate concesse; il preside di Romagna, Corsini, nel 1631 fece apporre la lapide, ancora esistente sotto il voltone del Palazzo Comunale. In origine la lapide era collocata nel muro fiancheggiante la scala di accesso al comune; fu spostata nell'800 per dare spazio alla lapide dedicata a Giuseppe Mazzini". Dunque, dopo l'ingiusta condanna, gli fu riabilitato il nome e ripristinata nel rango e nei beni la famiglia. Magra consolazione ! |
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(Testo)
ALEXANDRI AMADUCCII NOB. RAVENN. OB ALIENUM SCELUS IN SE EXPIATÛ NECI SUMMI IURIS INIURIA ADIUDICATI POSTHUMAM INNOCENTIAM MATURIORIBUS PARTAM IUDICIIS OCTAVII CORSINI PRAESIDIS AMADUCCIORÛ FAMILIA FORTUNAE AC FAMAE BONIS RESTITUTA INSIGNIS AEQUITATIS MONUMENTO TIBI HOSPES TESTATAM VOLUIT PATRIO ANNUENTE SENATU A.D. MDCXXXI
foto EDC
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