Erudito abate, antiquario, archeologo, che alle soglie del XIX sec. fu oggetto degli strali critici di Belli ("cominciava a parlare di ravanelli, e poi, di ravanelli in carota e di carota in melanzana, finiva con l’incendio di Troia") e di Leopardi ("Un coglione, un fiume di ciarle, il più noioso e disperante uomo della terra; parla di cose assurdamente frivole col massimo interesse, di cose somme colla maggior freddezza possibile; ti affoga di complimenti e di lodi altissime, e ti fa gli uni e l'altre in modo così gelato e con tale indifferenza, che a sentirlo, pare che l'essere uomo straordinario sia la cosa più ordinaria del mondo"). |