Uomo di mare fin da ragazzo, aderì alle idee mazziniane; a Genova partecipò ad un moto patriottico che fallì e dovette fuggire in esilio; dal 1835 al 1848 in sud America combattè a sostegno di istanze libertarie locali. Tornato in Italia si scontrò con gli austriaci in Lombardia; poi accorse in difesa della Repubblica Romana, alla cui caduta (1849) dovette fuggire al nord. Negli anni successivi la sua fondamentale partecipazione all'unificazione ed indipendenza italiana non ebbe sempre il chiaro riconoscimento che meritava; nel 1859 i suoi uomini a Bezzecca (Tn) diedero un contributo essenziale alla vittoria contro gli austriaci; nel 1860 le Camicie rosse conquistarono il Regno delle Due Sicilie; i successivi autonomi tentativi di acquisire Roma al Regno d'Italia furono però non appoggiati o addirittura fermati dalle armi di quello stesso Regno che aveva contribuito ad accrescere. Nell'isola sarda di Caprera trovò spesso l'obbligato o volontario rifugio a questa ingratitudine.
Il monumento è opera di Augusto Rivalta (1893). "Il cartiglio, al quale mancava la parte finale con la parola MAESTRO, è stato restaurato in occasione del bicentenario della nascita (2007), a cura della Massoneria ligure, che ha fatto apporre all'interno della corona il simbolo della squadra e del compasso stilizzati, prima assente" (Luigi Pampana B., che mi ha inviato la fotografia del penultimo thumbnail). Sempre in occasione del bicentenario alla statua si è fatto indossare un poncho rosso (vedi ultimo thumbnail). Da Luisa Bagiotti ho ricevuto foto della targa che a Nizza ricorda il luogo dove sorgeva la casa natale (vedi ultimo thumbnail). |