Il gruppo scultoreo sormonta una fontana e rappresenta Enea che fugge da Troia con il padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio per mano, secondo l'iconografia solita. Il monumento richiama indirettamente anche il poeta
Giorgio Caproni, che scrisse la poesia
Il passaggio di Enea (poi titolo della raccolta che la comprende, edita nel 1956) proprio
ispirandosi a questa scultura: nel luglio 1949 scrisse «
Io ho girato molte cittą d'Italia, ma Enea non l'ho conosciuto altrove. Perlomeno non ho incontrato l'unico Enea possibile, l'unico Enea veramente vivo nella sua solitudine e nella sua umanitą. L'unico Enea insomma che meritava davvero un monumento in mezzo a una piazza, simbolo unico di tutta l'umanitą moderna...» (La Fiera letteraria, IV n.27, p.2). L'Enea che incarnava, per Caproni, l'umanitą profuga dalla catastrofe della II Guerra Mondiale.
A La Valletta (Malta) ho fotografato un monumento ad Enea che invece presenta un'immagine ben diversa; come curiositą lo riporto nel
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