Nell'anno di questa epidemia moriva a Napoli Giacomo Leopardi; l'amico Ranieri, che lo ospitava, faticò a convincere le autorità che il poeta non era stato vittima del morbo, riuscendo ad evitare che il corpo finisse in una fossa comune.
"La chiesa di S.Carlo all'Arena, di impostazione originaria barocca, presenta una pianta ellittica; incompiuta e degradata fu completata nell'Ottocento, rielaborata con richiami al Pantheon, e dedicata a S.Carlo Borromeo per la cessata epidemia colerica" (
Lucio Ciccone).
Nella seconda targa è ringraziata la Madonna per aver
fugato l'asiatico morbo, ma in realtà gli effetti dell'
epidemia furono assai pesanti a Napoli: fra il 1836 e il 1837 morirono di colera oltre 20000 persone, più della metà dei contagiati.