Scrittore che nella vita e nelle opere manifestò come carattere dominante un languido tormento esistenziale, che lo portò anche ad un ricovero per malattia mentale. Si inserì nella tradizione poetica del poema cavalleresco, lasciandoci una
Gerusalemme liberata che segna un deciso passaggio dal gioioso capolavoro dell'Ariosto ad una tensione estetica e morale più esasperata; anche le sue altre opere -dalla favola pastorale
Aminta alle
Rime alle prose dei
Dialoghi- mostrano un geniale scrittore che precorse aspetti del gusto secentesco.
Chi conosce questo poeta di solito pensa a Sorrento, Ferrara e Roma come luoghi della sua vita; ma la famiglia era originaria della Bergamasca (Cornello). E mentre il padre di Torquato, Bernardo, prese a girare le corti italiane come cortigiano, un altro ramo della famiglia consolidava il sistema rapido di
comunicazioni di posta che fin dal '300 aveva egregiamente servito la Serenissima e che nel '500 era richiesto da tutta Europa. L'imperatore Carlo V, che se ne servì, nobilitò con titolo principesco la famiglia, che poi prese il nome di Turm (Thurn) und Taxis, con la germanizzazione dei due nomi dei soci dell'impresa, i Torre assieme ai Tasso. Qualcuno sostiene che il nome del taxi derivi di qui.
Un gentile cittadino di Bergamo mi ha mostrato in casa sua una formella marmorea (vedi
thumbnail) che raffigura un corno di posta sopra un tasso, come stemma della famiglia imprenditoriale.
Nell'ultimo
thumbnail c'è una panoramica dei ruderi della casa che si affaccia a precipizio sul greto del fiume Brembo.