L'epigrafe illustra l'apertura, da parte del granduca
Ferdinando III, di una nuova via per il Casentino e la Romagna granducale, nonché i lavori di sistemazione della porta e degli edifici adiacenti. Cita anche l'occasione che spinse il granduca conservatore (ben diverso dal suo illuminato padre,
Pietro Leopoldo): gli effetti di una pesante carestia negli anni 1815 e 1816 (con epidemia di tifo conseguente) che spingevano a potenziare le vie d'approvvigionamento di merci.