Giornalista, poeta, insegnante, di idee repubblicane, promotore dell'organizzazione operaia, fu tra i fondatori del giornale mazziniano
Italia e Popolo; partecipò al moto insurrezionale genovese del 1857, che fallì e lo portò in carcere. Entrò poi nelle file dei Carabinieri genovesi come luogotenente del comandante
Antonio Mosto; nella spedizione dei Mille inviò al giornale
Unità d'Italia enfatiche corrispondenze di guerra; si distinse a Calatafimi, a Palermo e sul Volturno. Seguì Garibaldi "fino al giorno che, dopo Aspromonte, tutto gli parve falsato, e, poco appresso, tediato della vita si uccise" (G.C. Abba,
Noterelle d'uno dei Mille).