Uomo politico, scrittore in latino e in volgare, diede a questa lingua nascente una enorme poliedricità espressiva. La sua Divina Commedia è indubitabilmente uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, ma per gli italiani è anche la fucina della loro lingua, da cui sono uscite le più potenti raffigurazioni della realtà e dell'immaginazione.
La targa riporta un passo dell'XI canto dell'Inferno (v. 105) in cui Virgilio spiega a Dante come la natura segua Dio e le arti ed attività umane debbano seguire la natura ("sì che vostr’ arte a Dio quasi è nepote); il tutto per concludere che l'usura è un peccato poiché non rispetta questa gerarchia. Il medaglione è affisso al palazzo che un tempo ospitava l'Arte dei beccai (la corporazione dei macellai). |