Dal 1469 assunse la signoria di Firenze, prima col fratello Giuliano, poi da solo quando quest'ultimo fu ucciso (congiura dei Pazzi). Unì capacità politiche e amore per le arti e la cultura, ospitando alla sua corte celebri umanisti e commissionando opere ai maggiori architetti e pittori del tempo; lui stesso compose testi poetici di tono fra il colto e il popolaresco. |