Medico, praticò la professione a Napoli e scrisse numerosi studi clinici; nel 1831 fu nominato titolare di Medicina pratica nell'ateneo di quella città. Per le sue idee libertarie e la partecipazione al Parlamento partenopeo del 1848 dovette fuggire a Genova e fu condannato a morte in contumacia da un tribunale borbonico. Solo nel 1856 Ferdinando II gli concesse la grazia e poté tornare a Napoli. |