Anarchico fin da giovanissimo, poi socialista e, al Congresso di Livorno del 1921, tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, fu consigliere comunale e sindacalista; costretto all'espatrio durante il Fascismo, fu in Francia, poi nell'URSS e in Cina. Combatté coi repubblicani nella guerra civile spagnola (1936-37) e, per ordine dell'Internazionale Comunista, in Etiopia ad appoggiare la resistenza abissina contro l'esercito italiano invasore. Dopo lo scoppio delle II Guerra Mondiale fu in Francia ad organizzare i partigiani locali contro il governo di Petain, poi in Italia, insegnando alle varie GAP e SAP le tecniche apprese in tanti decenni di attività paramilitare; a Bologna fu il comandante della
battaglia di Porta Lame. Nel 1951 morì in un incidente automobilistico, assieme ad altri due dirigenti livornesi, al ritorno dal XXX congresso del PCI a Firenze.