Agente di custodia nel carcere milanese di S.Vittore, addetto all'infermeria, ebbe modo di osservare gli effetti della tortura sui detenuti politici e si prestò ad aiutarli nella comunicazione clandestina con l'esterno. Una volta scoperto, fu arrestato e deportato nei lager tedeschi, dove fu ucciso.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.
Questa pietra è stata posata l'1/2/2021, con cerimonia e partecipazione molto limitate a causa della pandemia. È vicina a quella, posata nel 2020, di un
collega che patì la stessa condanna per analogo slancio umanitario nei confronti dei detenuti.