Il ricco commerciante e banchiere
P.M. Loria già nel 1884 scrisse due opuscoli in cui tratteggiava i connotati e i fini di una "Società Umanitaria" e offriva al Comune una donazione per istituire una "Casa di lavoro": intendeva "
mettere i diseredati in condizione di rilevarsi da se medesimi"; non quindi una beneficenza secondo il vecchio sistema delle elmosine utili solo a sistemarsi la coscienza. Il Comune non accolse l'idea. Il 28/10/1892 Loria morì e lasciò oltre 10 milioni di lire del tempo all'istituenda Società Umanitaria, affidandone al Comune la destinazione ma secondo le linee che egli stesso aveva delineato in quegli opuscoli. Il Comune si mosse e un comitato promotore costituì la società, che elesse un Consiglio direttivo che redasse uno Statuto e un regolamento: era il 1893; presidente in questi primi anni fu Luigi Majno. Intanto i parenti di Loria impugnarono il testamento: ci vollero 3 anni e mezzo perché le loro pretese fossero respinte dal tribunale. Quando finalmente la Società cominciò ad organizzarsi e a metter a punto le strategie per realizzare i suoi fini scoppiarono gli incidenti di Milano in seguito alle proteste per il rincaro del pane (maggio 1898). Il generale Bava Beccaris durante lo stato d'assedio sciolse l'Amministrazione dell'Umanitaria (presidente
Angelo Tondini), perché "
venuta... nelle mani di persone notoriamente affigliate ai partiti estremi con serio pericolo che ne volgano i mezzi a fine settario per la propaganda di idee sovversive e per la preparazione della rivolta contro gli ordini costituiti". La gestione passò alla Congregazione di Carità, che applicò il vecchio metodo delle opere pie; Lo Statuto venne profondamente sfigurato rispetto agli scopi cui mirava Loria.
Solo col nuovo secolo, dopo continui ricorsi e grazie all'intervento del nuovo Consiglio comunale, venne ripristinata la Società Umanitaria come l'avrebbe voluta il suo fondatore. Seguì un ventennio di grandi successi negli intenti societari (scuole di arti e mestieri, casa di lavoro, società cooperative, lavoro nei campi, ufficio di collocamento - presidenze Alessi e Della Torre). Il 4/1/1924 il Governo fascista cacciò tutti i dipendenti e collaboratori socialisti, eliminò molte attività, ne snaturò altre. La società diventò cosa ben diversa da quello per cui era nata; la gestione non era più eletta dal basso ma nominata dall'alto. Nel 1945 fu nominato Commissario straordinario D'Aragona e nel 1954 eletto presidente
Riccardo Bauer, che si dimise nel 1969, l'anno delle grandi contestazioni giovanili. Il resto è storia recente, con trasformazioni dell'Umanitaria dovute soprattutto ai mutamenti radicali proprio del tessuto sociale cittadino.